L’AMPUTAZIONE D’ARTO INFERIORE E LA RIEDUCAZIONE PROTESICA.
Per amputazione si intende la resezione del segmento distale di un arto ottenuta sezionando lo scheletro nella sua continuità.
Si individuano diverse cause di amputazione:
- traumatiche (23%): incidenti stradali, sul luogo di lavoro, sportivi, bellici, ustioni gravi e congelamento.
- non traumatiche (70% vascolari e 4% tumorali): arteriopatia obliterante cronica periferica, diabete mellito, infezioni e tumori maligni dello scheletro o delle parti molli.
- malformazioni (3%): congenite o acquisite
Per ottenere un buon risultato attraverso l’operazione di amputazione occorre tener conto di diversi aspetti quali:
- la validità del braccio di leva calcolato in base alle inserzioni muscolari.
- la vascolarizzazione: un buon apporto di sangue è prerequisito fondamentale.
- la possibilità di carico e di collocazione delle articolazioni meccaniche (tibiotarsica, ginocchio e anca).
- un moncone ideale che permetta di accogliere una protesi ben tollerata e funzionalmente efficace. Il moncone dovrà essere indolore, gravabile, di giusta lunghezza, con buona mobilità, di forma idonea, con cute integra, senza cicatrice aderente e situata in posizione non soggetta ad attriti.
Esistono diversi livelli di amputazione d’arto inferiore:
- A livello del piede si riconoscono le seguenti sezioni:
- Amputazione trans-metatasale o Lisfranc modificata
- Disarticolazione tarso-metatarsica (Lisfranc)
- Disarticolazione medio-tarsica (Chopart)
- Amputazione tipo Boyd
- Disarticolazione secondo Pirogoff
- Amputazione sovra-malleolare tipo Syme
- Amputazione transtibiale
- Disarticolazione di ginocchio
- Amputazione transfemorale
- Disarticolazione d’anca d emipelvectomia
La perdita di un segmento corporeo rappresenta un grave trauma sia fisico che kamagra, limita l’autonomia, altera lo schema corporeo e i meccanismi riflessi che regolano la stazione eretta e il cammino.
Gli scopi fondamentali della riabilitazione sono quelli di insegnare al paziente a utilizzare le protesi per migliorarne il più possibile l’autonomia e ripristinare le funzioni fondamentali alterate o perse, ridurre le conseguenze dell’amputazione anche a livello psicologico e sociale, ottenendo come fine il reinserimento in ambito familiare, lavorativo e sociale.
Per fare questo è necessario, attraverso il programma riabilitativo, ripristinare la stabilità statica e dinamica articolare, coordinare la stabilità di un segmento con la mobilità di un altro, ripristinare l’armonia cinetica del paziente.
I principi di trattamento si basano sullo stato di salute del paziente, sulle possibili funzioni recuperabili, sul cammino normale e sui cambiamenti biomeccanici a seguito dell’amputazione. Bisogna tenere conto anche dell’età del paziente, del livello di amputazione e dell’eziopatogenesi, di malattie concomitanti, delle attività svolte precedentemente dal paziente e delle condizioni del moncone.
Si distinguono due fasi riabilitative: post-chirurgica/pre-protesica e di protesizzazione.
La fase pre-protesica corrisponde all’immediato post-operatorio; di solito dura circa 4-5 settimane e consiste nella preparazione del paziente e del moncone alla successiva fase di protesizzazione.
Gli obiettivi proposti sono:
- ripristinare buone condizioni generali del paziente
- predisporre in maniera idonea il moncone alla fase di protesizzazione attraverso l’assunzione di corrette posture, bendaggi e l’esecuzione di un programma di esercizi di stretching, mobilizzazione articolare e rinforzo adeguato.
- prevenire complicanze quali posture anomale, contratture, retrazioni e rigidità
- favorire il riassorbimento dell’edema e ridurre il dolore
- mantenere la mobilità articolare delle articolazioni prossimali
- rinforzo muscolare globale
- aumentare la resistenza allo sforzo fisico del paziente
- favorire il recupero delle sensazioni propriocettive del moncone
- favorire il recupero della sensibilità kinestesica e dell’equilibrio
- verticalizzazione del paziente
- rieducare il paziente all’autonomia nelle AVQ senza protesi
La fase di protesizzazione corrisponde al periodo in cui al paziente viene consegnata la protesi
Gli obiettivi da raggiungere sono:
- adattamento alla protesi e suo utilizzo ottimale: nel tempo il paziente acquisisce una familiarità tale da far assumere alla protesi carattere d’indispensabilità in tutte le attività.
- rieducazione alla stazione eretta e all’equilibrio con la protesi
- deambulazione con protesi con e senza ausili
- reinserimento nella vita familiare, sociale e lavorativa
Questa parte del processo riabilitativo si distingue infine in due fasi: nella prima fase statica il paziente impara a prendere contatto con i meccanismi della protesi per conoscerne possibilità e limiti e verificare che le zone di carico non siano dolorose e non vi siano altri disturbi, a esercitare i muscoli necessari al funzionamento del mezzo, a raggiungere un buon equilibrio e un adeguato carico sulla protesi per prepararsi alla fase dinamica in cui viene insegnato a eseguire il passo in maniera corretta e a salire e scendere le scale al fine di restituire la massima autonomia possibile.
La Riabilitazione dell’amputato viene eseguita sotto l’attenzione del Dott. Marco Casano in via curtatone 6 Milano. Presso il Centro Fisioterapico Italiano centro d’eccellenza in Fisioterapia e Osteopatia.