La neuromodulazione tramite correnti ed esercizio terapeutico migliora la capacità di movimento e l’umore nel Parkinson.
Diversi ormai sono gli studi che dimostrano che la stimolazione dei nervi cranici porta ad un miglioramento dei sintomi del paziente affetto da Parkinson. La stimolazione trascutanea del nervo vago fatta con degli erogatori di correnti alternate con una determinata lunghezza e ampiezza d’onda in determinate aree di passaggio del nervo (per esempio l’orecchio) inviano impulsi direttamente al tronco encefalo condizionando l’attività dei nuclei della base, strutture nervose normalmente sofferenti nel paziente parkinsoniano. La stimolazione di queste aree ne migliora la funziona e aumenta il potenziale neuroplastico.
Il paziente eseguirà prima, durante e dopo la somministrazione della stimolazione del nervo vago esercizi che prevedono particolari movimenti oculari, linguali, della muscolatura facciale, movimenti alternati degli arti superiori e inferiori e delle ditta. L’esecuzione di questi particolari esercizi andrà a stimolare aree specifiche del mesencefalo coinvolte nel patologia del Parkinson.
L’alternanza di esercizi e stimolazione vagale auricolare modificherà l’eccitabilità del nuclei subtalamici, della substanza nigra e di tutte le vie dopaminergiche.
Uno studio pubblicato sulla rivista Parkinsonism and Related Disorders, rivela che stimolare antabuse aree dell’orecchio correlate al nervo vago può aiutare a gestire i sintomi del Parkinson migliorando il processo riabilitativo e l’esercizio terapeutico.
Presso la nostra struttura con la collaborazione di Fisioterapisti e Medici utilizziamo tecniche di stimolazione del nervo vago e trigeminale combinate a esercizi terapeutici neuromodulanti con ottimi effetti sulla fluidità del movimento, sul processo decisionale, l’attenzione, l’umore, il sonno e la memoria.
La stimolazione dei nervi cranici deve essere seguita da esercizi terapeutici eseguiti quotidianamente dal paziente per portare ad un risultato tangibile.
La somministrazione di farmaci non deve essere mai interrotta salvo diverso parere del neurologo curante e le abitudini di vita non devono cambiare se non nella quotidiana esecuzione di esercizi terapeutici.