La frattura della tibia coinvolge la gamba ed è una lesione molto comune, provocata da traumi, incidenti o cadute.
Si tratta di una condizione molto invalidante perché provoca dolore, impossibilità di movimento, come il fare una camminata o il rimanere in piedi.
Il trattamento varia in base alla gravità della lesione e alle condizioni generale del paziente, può essere di tipo conservativo o chirurgico, tramite delle tecniche specifiche scelte dal medico chirurgo.
La fisioterapia è il trattamento conservativo per eccellenza. Può essere praticata anche dopo l’intervento chirurgico per riportare il paziente a compiere tutti i movimenti naturali e rafforzare la muscolatura. In questo caso si parla di fisioterapia riabilitativa.
È importante rivolgersi a dei professionisti che possano valutare le tue condizioni e formulare un piano di fisioterapia efficace.
Puoi rivolgerti a un fisioterapista a Milano e chiedere una prima visita per prendere visione della tua condizioni e intervenire con un programma di fisioterapia conservativa per frattura tibiale o post-operatoria, in base al tuo caso.
Cerchiamo di comprendere meglio cos’è la tibia e quali sono le cause della sua frattura, i sintomi e in che modo intervenire.
Anatomia della tibia
La tibia, insieme al perone, costituisce la gamba, ma è molto più resistente del secondo, motivo per il quale funge da osso portante.
Tibia e perone sono collegate tramite la membrana interossea. La tibia è formata dal corpo e dall’estremità prossimale e distale.
Il corpo ha maggiore volume in alto che in basso e ha 3 facce: laterale, mediale e posteriore. L’estremità prossimale è quella più grande, costituita da i condili femorali, laterale e mediale.
Sopra questi è collocato il piatto tibiale, su cui si articolano i condili femorali, formando l’articolazione del ginocchio.
L’estremità distale è concava nella parte mediale, è più piccola e verso il basso, insieme al perone e all’astragalo, forma l’arto della caviglia.
La tibia ha la funzione di sostenere il corpo e il suo peso, ed è anche sede di vari muscoli che permettono di flettere e stendere il ginocchio e fare i movimenti con la caviglia.
Cause della rottura della tibia
La cause della frattura tibiale sono date soprattutto da traumi intensi. Il soggetto può subire la lesione dopo incidenti stradali, incidenti in bici o a piedi, infortuni sportivi, cadute, incidenti sul lavoro, incidenti domestici.
La frattura della tibia è causata tipicamente da traumi ad elevata energia. Le situazioni in cui il soggetto può subire tale lesione sono diverse, ad esempio:
La classificazione della frattura della tibia tiene conto di diversi fattori come la posizione e il modello della frattura e lo stato della cute.
I tipi più comuni di frattura tibiali includono: frattura traversa, frattura obliqua, frattura a spirale, frattura comminuta e frattura aperta/esposta.
Sintomi della frattura della tibia
I sintomi della frattura tibiale sono vari e interessano il soggetto in base anche porzione di osso coinvolto.
Sono rilevati durante la prima visita e possono indicare presenza evidente di un trauma, dolore intenso e immediato dopo il movimento o la palpazione dell’area interessata, difficoltà a camminare e a restare in piedi.
Inoltre, potrebbe notarsi un ematoma, del gonfiore intorno all’area o deformità. Durante alcuni test, il paziente avrà difficoltà a fare dei movimenti, la funzionalità sarà limitata o assente, potrebbero esserci alterazioni della sensibilità in caso di lesioni vascolari o neurologiche.
Il paziente può anche presentare lesioni sulla cute causate da una frattura esposta o da una scomposta, con l’osso che spinge sulle cute, senza però provocare una lesione.
Lo specialista effettua un’osservazione attenta di tutte le strutture ossee, dei tessuti molli e dei legamenti della gamba per stabilire eventuali coinvolgimenti di altre zone.
Diagnosi frattura tibiale
Dopo aver effettuato l’esame fisico, l’ortopedico indica, se necessario, alcuni esami strumentali per fare chiarezza sulla diagnosi e, qualora fosse necessario, per pianificare l’intervento chirurgico.
L’esame strumentale di prima scelta è la radiografia che conferma o meno l’ipotesi di frattura tibiale e individua il tipo di lesione e la sede in cui si è verificata. Tramite l’RX si valuta anche un possibile coinvolgimento del perone, del ginocchio e della caviglia.
Se il medico non ottiene i dati necessari, richiede una TAC per avere informazioni più dettagliate.
Altro esame è la risonanza magnetica che consente di approfondire la lesione e valutare anche eventuali lesioni ai tendini e muscoli.
Trattamento chirurgico
Il trattamento chirurgico è indicato per le fratture esposte, scomposte, spostate, multiple e per lesioni che non si sono risolve con il trattamento conservativo.
Con l’intervento si ristabilisce l’anatomia della tibia, si evita la deviazione dell’osso e si permette di recuperare l’intera funzionalità alla gamba.
È il chirurgo che sceglie la tecnica più adeguata in base al tipo di frattura e alla sua gravità. Dopo l’intervento, il soggetto deve intraprendere un percorso riabilitativo tramite esercizi di specifici e mobilizzazioni.
È il fisioterapista a valutare il tutto e a organizzare i trattamenti adeguati alle condizioni del paziente. Lo scopo è quello di ridurre il dolore, recuperare completamente i movimenti, recuperare la forza muscolare persa e ritrovare la corretta funzionalità di tutto l’arto inferiore.
Trattamento conservativo con la fisioterapia
Il trattamento conservativo è indicato per le fratture semplici, di tipo non scomposto e in quei pazienti che non possono sottoporsi a un intervento chirurgico a causa delle condizioni di salute generale non idonee.
È caratterizzato dall’immobilizzazione dell’arto tramite un gesso o tutore per un periodo variabile indicato dal medico.
Durante questo periodo, il paziente deve fare diversi controlli tramite esami strumentali per valutare lo stato della frattura e la formazione del callo osseo.
Dopo la guarigione della frattura, si procede con la rimozione del gesso e si inizia un percorso di fisioterapia mirato al recupero completo dell’arto inferiore e della forza muscolare.
Il fisioterapista Milano specializzato pianifica un percorso riabilitativo con esercizi specifici per rinforzare la muscolatura di anca, ginocchio, caviglia, colonna vertebrale. Fino a incrementare con gradualità il carico sull’arto e riacquistare il movimento.
Durante questa fase è utile un supporto alla gamba per alleviare i sintomi e dare più sostegno alla gamba.
In alcuni casi, si può valutare la possibilità di ricorrere alle terapie strumentali per alleviare il dolore e ridurre l’edema articolare, tra le più efficaci c’è la tecar terapia.